Hai mai pensato che la vita non ha senso? Quante volte hai dato troppa importanza a questioni superflue? Rifletteremo un po’ su queste domande attraverso il caso di Irene Villa.

Chi e Irene Villa?

Irene Villa e stata vittima di un attentato terroristico dell’ETA, il 17 ottobre 1991, compiuto a Madrid quando aveva solo 12 anni e in esso la bambina ha perso entrambe le gambe e le dita di una mano. Una bomba e esplosa a pochi isolati dopo che sua madre (anche lei vittima dell’aggressione) ha messo in moto la sua auto. Tuttavia, la cosa piu notevole della vita di Irene non e stato l’evento sfortunato, ma quello che ha fatto da allora. Ebbene, ha raggiunto assolutamente tutti gli obiettivi che si e prefissata nella sua vita, ha conseguito 3 lauree universitarie, tra cui psicologia. Felicemente sposati, Irene e suo marito sono genitori di tre figli: Carlos, nato il 7 luglio 2012; Pablo nato il 21 aprile 2015 e il terzo figlio, Eric Adriano, il 31 agosto 2016.

“L’amore e sempre stata la chiave di tutto, infatti in quell’attacco quando mia madre mi ha detto che non hai gambe, ma hai amore, ho detto: la mia vita inizia qui.”

Non le piace essere classificata come una vittima

Irene si dedica a tenere lezioni motivazionali, oltre ad essere un’eccezionale sciatrice paralimpica. In loro chiarisce fin dall’inizio che si rifiuta di essere una vittima, capisce che l’aggressione e stata una tragedia che gli e capitata, che lo ha toccato proprio come altre disgrazie accadono a migliaia di altri. Certo, ammette che e stato un evento importante, che ha segnato un prima e un dopo nella sua vita, ma ciononostante dice che altre cose che gli sono successe o che ha realizzato hanno segnato la sua vita in modo piu profondo, in modo modo molto piu significativo. Irene ha dedicato la sua vita a difendere il perdono come unico modo per andare avanti e mette in pratica cio che predica.

“La vita e un dono meraviglioso e fugace, quindi ridi”

-Villa Irene-

Piu che parlare della sua tragedia, la madrilena cerca di dare un messaggio di ottimismo, nei suoi discorsi spiega come prima dell’aggressione fosse una ragazza che non sapeva che fosse ETA e che ricorda come sua madre, che ha anche perso una gamba e un braccio – in ospedale le ha detto: “Ecco di cosa si tratta, con questo dovremo vivere tutta la nostra vita, possiamo vivere amareggiati o pensare di essere nati cosi e recuperare la vita che abbiamo entrambi avevano”. E Irene – il suo nome in greco significa Pace – ha scelto di riavere la sua vita. E riuscita a integrare l’attacco nella storia della sua vita e ora e molto felice; presumere che sia a causa di esso e non nonostante tutto cio che gli e successo, buono o cattivo che sia. Accetta e ama la vita che ha, quella che si e costruita sulla base dello sforzo, della dedizione e… Perche no? Divertiti e divertiti.

“Ho sempre preso tutto con uno spirito pratico, felice, gioioso, e con una frase che mio figlio ripete tante volte: non succede niente, mamma”.

Sul perdono e la tossicita del risentimento

In molte occasioni le e stato chiesto del risentimento ed esprime fermamente che e un sentimento che non vale la pena di nutrire. Dice che, se fino ad oggi avesse serbato rancore, da quel fatidico giorno, sarebbe stato come aver trascinato un sasso che diventava sempre piu pesante e sempre piu difficile da staccare.

Perche il risentimento si fa di casa in noi, proprio come noi in esso, riesce ad avere tutto cio che facciamo e sentiamo con la sua luce opaca.

“Se vuoi essere felice un giorno, vieni. Se vuoi essere felice per sempre, perdona. Sto raccogliendo i frutti del perdono ogni giorno, in tutti i campi”.

La storia della vita di Irene Villa ci dimostra che anche le situazioni peggiori che la vita ci pone di fronte ne fanno parte, che bisogna accettarlo e imparare a convivere con cio che e successo, dando loro un proprio significato, oppure isolarli e concentrarsi in modo che ogni volta diventino un fantasma piu temibile, che finisce per divorare tutta la tua speranza di una vita migliore, annientando tutti i pensieri positivi della tua mente.

“Per vivere la cosa piu intelligente e perdonare, con rancore dentro la vita e molto amara e molto dura. Devi farlo da solo”, ha detto qualche anno fa.

“La vita ti premia… non devi mai gettare la spugna… l’unica sconfitta e lo scoraggiamento… non devi mai smettere di combattere… devi perdonare te stesso e gli altri… non siamo vittime anche se ci mettono una bomba addosso… siamo responsabili del nostro vita, per il nostro futuro”

Ricorda Irene, la prossima volta che ti senti giu. NON MOLLARE MAI.

 

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