Dopo aver visto la seconda stagione di ‘ The OA ‘, penso ancora che la serie creata da Brit Marling e Zal Batmanglij sia una delle produzioni piu originali e interessanti del catalogo Netflix. Se la prima stagione mi ha lasciato confuso, questa seconda puntata di otto episodi mi ha lasciato completamente sconvolto, in senso positivo, perche “The OA” rompe gli schemi in un modo molto piacevole. Occhio agli SPOILER .

Brit Marling, protagonista, showrunner e sceneggiatore della serie, divide la sceneggiatura in due spazi e tempi , due dimensioni. In uno di essi c’e il gruppo di giovani e BBA, che cercano di accedere all’altra dimensione, dove si trova Prairie (incarnata nel corpo di Nina) dopo aver fatto il salto interdimensionale.

Analisi della seconda stagione di ‘The OA’. | Netflix.

In quest’ultima dimensione, il punto di partenza e la scomparsa di un adolescente, un caso che l’investigatore privato Karim Washington cerchera di risolvere. Sebbene la risorsa della scomparsa sia un classico televisivo, e sufficiente per iniziare un puzzle di (gioco di parole) di dimensioni colossali , un enorme puzzle che ci terra intrappolati fino al sorprendente finale.

‘The OA’ si perde nella sua stessa complessita…

‘The OA’ gestisce il mistero con maestria, si fonde con il thriller e flirta con il terrore (ci sono paure che ci hanno sollevato dal divano), ma in ogni momento mantiene la sua vocazione di serie soprannaturale. Nel complesso, e ancora un’esperienza travolgente, ma la seconda stagione ci lascia con un retrogusto agrodolce.

Ed e che molte volte si perde nella sua stessa complessita , approfondisce il paranormale e finisce per fuorviare lo spettatore piu di quanto dovrebbe. Non e facile finire tutti e otto gli episodi senza stancarsi un po’ di risorse fantastiche e lezioni metafisiche.

‘The OA’ continua ad essere una delle proposte piu interessanti su Netflix. | Netflix.

In effetti, la scena del polpo telepatico e la cosa piu bizzarra che abbiamo visto in televisione da molto tempo ed e vicina a trasformare la serie in una parodia di se stessa . In questo senso, Marling farebbe bene a mettere un freno alla sua fantasia in modo che la stagione 3 (se c’e) non diventi la festa dell’assurdo.

…ma comunque affascinante

Ma qualcosa va riconosciuto: ‘The OA’ ci tiene agganciati alla televisione come fanno poche serie, e lo fa anche con gusto squisito . Zal Batmanglij, che oltre ad essere co-showrunner funge da regista, si ricrea in ogni inquadratura e scena senza essere pedante, contrariamente a quanto accade ad Andrew Haigh nel capitolo “Specchio, specchio”.

La carica emotiva e sempre stata strettamente correlata all’interpretazione di Marling, che dona a Prairie una personalita magnetica , ma una delle grandi rivelazioni e quella di Kingsley Ben-Adi nel ruolo di Karim. Nonostante sia il tipico detective privato tormentato e pieno di difetti, in nessun momento si fa notare i tic e gli argomenti del genere thriller.

La seconda stagione di “The OA” perde il nord in molti momenti. | Netflix.

Il resto del cast continua a offrire personaggi rotondi e credibili , come nel caso di Steve (Patrick Gibson) o BBA (Phyllis Smith). L’unica macchia e la morte di Jesse (Brendan Meyer), con il quale non proviamo piena empatia.

In breve, ‘The OA’ e un’oasi di buon gusto in un catalogo ricco di serie in rapido movimento. Questa seconda stagione e molto piu rischiosa e sconcertante (a volte troppo), il che mi fa sospettare che sia una di quelle serie che ti fa impazzire apposta, per sferrare il colpo di grazia al momento giusto e in modo imprevedibile. E lo adoro

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